Modello 231: le responsabilità della società e degli enti. Quali sono i modelli di organizzazione, gestione e controllo.
Indice
Parte I – LA RESPONSABILITA’ DELLA SOCIETA’
- Il contesto normativo di riferimento
- I vantaggi del Modello Organizzativo
- Come e perché adeguarsi alla “disciplina 231”
- Normativa antiriciclaggio e Modelli 231
Parte II – IL MODELLO ORGANIZZATIVO 231
- Quali sono i passi per l’adozione e l’aggiornamento del Modello
- Caratteristiche dell’Organismo di Vigilanza
- Come progettiamo il Modello 231
Parte III – I NOSTRI SERVIZI PER LA REALIZZAZIONE, L’ATTUAZIONE E L’AGGIORNAMENTO DEL MODELLO
- Le attività per la realizzazione del Modello
- I finanziamenti per l’adozione del Modello
- La nostra clientela
Il D.lgs. 231/2001
IL DECRETO 231 INTRODUCE PER LA PRIMA VOLTA LA RESPONSABILITÀ DELLE SOCIETÀ DELLE ASSOCIAZIONI E DEGLI ENTI ANCHE PRIVI DI PERSONALITÀ GIURIDICA.
Prima del 2001 non esisteva un sistema normativo che prevedesse conseguenze sanzionatorie dirette nei confronti delle Società.
A seguito dell’entrata in vigore del Decreto 231, le stesse Società (e di riflesso i soci) sono direttamente colpite dalle conseguenze dannose dei comportamenti illeciti posti in essere da amministratori, dirigenti, dipendenti e collaboratori.
Quando la società è ritenuta responsabile?
Quando un soggetto che riveste (anche di fatto) funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione della società, o un suo sottoposto, commetta/ tenti di commettere, uno/più reati contemplati dal Decreto 231.
Quando al fatto illecito sia connesso un vantaggio o un interesse anche potenziale per l’azienda.
Quali sono i reati della 231
A seguito del continuo ampliamento del catalogo dei reati – presupposto, la normativa in esame ha assunto negli anni una rilevanza sempre più ampia.
Ad oggi praticamente ogni società ha delle attività a rischio di reato ex decreto 231 ed ogni anno se ne aggiungono di nuovi.
- Reati di corruzione e concussione nei rapporti con la PA
- Reati societari e tributari
- Omicidio colposo e lesioni personali colpose in violazione delle norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro
- Reati Ambientali
- Corruzione tra privati e induzione indebita a dare o promettere utilità
- Ricettazione riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita
- Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare
- Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazione mendaci
- Delitti informatici
- Violazione del diritto d’autore
- Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo, in strumenti / segni di riconoscimento
- Reati transnazionali
- Abusi di mercato
- Delitti con finalità di terrorismo/eversione dell’ordine democratico
- Delitti contro la personalità individuale
- Delitti di Criminalità organizzata
Quali sono le conseguenze
LA SOCIETÀ E’ PUNITA PER “COLPA DI ORGANIZZAZIONE”.
A seguito di un reato commesso da un amministratore, da un dirigente, o da un proprio dipendente / collaboratore ,
la Società è ritenuta responsabile per il fatto di non aver predisposto adeguati strumenti di organizzazione, prevenzione e controllo, mirati a ridurre il rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto 231.
Per tale motivo, nell’ambito di un procedimento penale, la Società stessa dovrà rispondere del Deficit Organizzativo e potrà vedersi applicare gravose sanzioni pecuniarie / interdittive / accessorie.
- SANZIONI PECUNIARIE
Da € 25.823 ad € 1.549.371, vengono “modulate” dal giudice sulla base di un sistema “a quote” in proporzione alla gravità del reato.
- SANZIONI INTERDITTIVE
Il giudice penale può disporre da 3 mesi a 2 anni l’interdizione dall’esercizio attività, la sospensione o la revoca di autorizzazioni, il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, l’esclusione e la revoca di agevolazioni, finanziamenti, etc.
- CONFISCA DEL PROFITTO E SANZIONI INTERDITTIVE CAUTELARI.
- LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA SU UNO O PIU’ QUOTIDIANI
Come tutelare la propria Società
Il decreto 231 prevede un MECCANISMO DI ESONERO dalla responsabilità per le società che dimostrano la loro attenzione al rispetto della legalità attuando strumenti organizzativi di controllo al fine di prevenire e di contenere i rischi di commissione di reati da parte degli organi di vertice, dei dipendenti o dei propri collaboratori.
Il fulcro del Decreto è rappresentato dagli art. 6 e 7, che esonerano da responsabilità la Società che abbia, prima della commissione dei reati, adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
Il Decreto prevede esplicite scelte “organizzative” atte a dimostrare la concreta volontà aziendale di impedire/prevenire i reati.
PER USUFRUIRE DELLA CONDIZIONE ESIMENTE LA SOCIETA’ DOVRA’:
- IMPLEMENTARE ED ADOTTARE UN PROPRIO MODELLO ORGANIZZATIVO 231;
- ISTITUIRE UN ORGANO INTERNO (ODV) CHE VIGILI SULL’ OSSERVANZA DEL MODELLO E NE CURI L’AGGIORNAMENTO.
Quali sono i vantaggi del Modello 231
L’adozione e l’implementazione del Modello 231 è fonte di importanti vantaggi per quelle Società che intendono avviare il processo di adeguamento alla normativa.
Il Modello Organizzativo consente di:
USUFRUIRE DELLA CONDIZIONE ESIMENTE
Il Modello tutela la Società e i soci dai rischi connessi alle ingenti sanzioni pecuniarie e interdittive , che in caso di spiacevoli e inaspettati accadimenti, potrebbero addirittura compromettere la continuità della gestione.
TUTELARE L’INVESTIMENTO DEI SOCI
Solo con l’adozione del Modello, i soci e la società possono dirsi “schermati” dalle conseguenze di eventuali comportamenti illeciti dei propri amministratori, dipendenti o collaboratori, e non subire di riflesso ingiusti danni economici e di immagine.
VALORIZZARE L’IMMAGINE E RAFFORZARE LA REPUTAZIONE AZIENDALE
Il Modello esplicita l’attenzione della Società agli interessi di tutti gli Stakeholders, e conferma l’orientamento ad forte politica di integrità etica.
AFFINARE LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Il Modello 231 consente una precisazione delle responsabilità e delle relazioni organizzative/gerarchiche.
La sua implementazione prevede una ricognizione della struttura evidenziando spunti per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia sia organizzativa che operativa.
E’ il momento di adeguarsi
Con l’implementazione del Modello Organizzativo le Società , oltre a rafforzare il proprio Sistema di Controllo Interno, devono cogliere l’occasione per incrementare la propria efficienza nello svolgimento dei processi e delle attività di gestione.
II Modello, progettato ed implementato in relazione alle caratteristiche della singola realtà operativa che lo adotta, risponde a criteri di buona organizzazione e efficienza gestionale secondo i principi di correttezza e di etica negli affari.
Sempre di più, le pubbliche amministrazioni, poiché il modello certifica l’attenzione alla legalità dell‘impresa, ne richiedono l’adozione quale REQUISITO OBBLIGATORIO per operare in convenzione con l‘ amministrazione stessa. Solo alcuni esempi…
- Regione Sicilia – Decreti n. 1179/11 1180/11
- Regione Lombardia – Decreto n. 5808/10
- Regione Calabria – Legge regionale n. 60/2010
- Regione Veneto – Del. Giunta Regionale n. 3966/2007
- Regione Lazio – Decreti Commissariali n. 98/2013 183/2013
- Regione Abruzzo – Legge n. 15/2011
Nessuna società può sentirsi esclusa
Secondo recente Circolari sia di Confindustria che dell’Istituto di ricerca dell’ODCEC:
- Il progressivo ampliamento del novero dei reati presupposto;
- l’accresciuta sensibilità alla tematica;
- un chiaro indirizzo giurisprudenziale.
Inducono a ritenere che, ancorché non viga un vero e proprio obbligo normativo rispetto all’adozione del modello, la sua elaborazione e adeguata implementazione possono costituire in molti casi un dovere proprio degli amministratori in ragione della carica assunta.
Tutte le Società hanno processi e attività sensibili ai reati 231
Alcuni esempi di attività sensibili ai reati contro la Pubblica amministrazione:
- Negoziazione/stipulazione, esecuzione di contratti/convenzioni di concessioni;
- Gestione dei rapporti per l’ottenimento di autorizzazioni, concessioni, licenze;
- Adempimenti fiscali, previdenziali, etc. Gestione di verifiche e ispezioni.
Alcuni esempi di attività sensibili ai reati societari:
- Redazione del bilancio e situazioni contabili infrannuali;
- Emissione comunicati stampa e informativa al pubblico;
- Gestione rapporti con soci, società di revisione e collegio sindacale;
- Gestione dei rapporti con le autorità di vigilanza;
- Operazioni sul capitale e destinazione dell’utile;
- Comunicazione, svolgimento e verbalizzazione assemblee.
Normativa antiriciclaggio e Modelli 231
Il D.lgs. 231/2007 (NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO ed AUTORICICLAGGIO) introduce I REATI DI RICICLAGGIO, RICETTAZIONE E IMPIEGO DI DENARO […] NEL CATALOGO DEI REATI – PRESUPPOSTO DELLA RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI.
Riciclaggio (Art. 648-bis del codice penale )
Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito ….(omissis ).
Ricettazione (Art. 648 del codice penale)
Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito ….(omissis ).
Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (Art. 648-ter del codice penale)
Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 e 648- bis, impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, è punito ….(omissis ).
SI DEVONO INDIVIDUARE OPPORTUNE PROCEDURE DA APPLICARE NELLE AREE A RISCHIO:
AREE SENSIBILI
- Approvvigionamenti/Commerciale
- Finanza
- Direzione acquisiti e Marketing
- Ufficio contratti/gare
- Contratti infragruppo
- Gestione dei flussi finanziari
Normativa sulla sicurezza e Modelli 231
La legge 123/07 ha introdotto l’art 25-septies nella disciplina della responsabilità degli enti, aggiungendo al catalogo dei reati presupposto la fattispecie di omicidio colposo e lesioni colpose con violazione delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
La legge prevede, nell’ipotesi caso di lesioni gravi, come nel caso della rottura di un braccio, la sanzione pecuniaria non possa essere inferiore ai 258.000 euro, oltre ad una serie di provvedimento cautelari, che l’autorità giudiziaria può applicare durante il giudizio di accertamento del reato, è questa parte di provvedimenti cautelari che dovrebbe preoccupare l’imprenditore, infatti, se la pena pecuniaria attualmente prevista di 258.000 euro colpisce le finanze dell’impresa, mettendone a dura prova l’equilibrio della struttura finanziaria, non meno leggere e con riflessi consistenti sull’economia generale dell’impresa hanno le sanzioni non pecuniarie.
SI DEVONO INDIVIDUARE OPPORTUNE PROCEDURE DA APPLICARE NELLE AREE A RISCHIO:
AREE SENSIBILI
Tutte le aree, con incremento del rischio nelle aree operative (movimentazione merci, utilizzo macchinari specifici, attività con sostanze pericolose/infiammabili, etc).
I passi per adottare il proprio Modello 231:
LA NORMATIVA IMPONE ALLA SOCIETA’ CHE INTENDE ADEGUARSI, DI RAFFORZARE IL PROPRIO SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E RENDERLO IDONEO A PREVENIRE ED ATTENUARE IL RISCHIO DI COMMISSIONE DEI REATI.
NELLA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO 231 LA SOCIETA’ DEVE:
- Individuare, nell’ambito dei propri processi e attività quelle sensibili, ossia quelle a rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto;
- Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione di tali reati;
- Istituire un Organismo di Vigilanza e prevedere flussi informativi nei confronti dell’organo di controllo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello;
- Introdurre un sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.
L’Organismo di Vigilanza
IL DECRETO 231 INDICA CHE, AI FINI DELL’ESONERO DALLA RESPONSABILITÀ, LA SOCIETA’ DEBBA ISTITUIRE UN APPOSITO ORGANO A CUI SIA AFFIDATO “IL COMPITO DI VIGILARE SUL FUNZIONAMENTO, SULL’OSSERVANZA DEL MODELLO E DI CURARNE L’AGGIORNAMENTO”.
COMPITI
- ASSICURARE L’EFFICACE APPLICAZIONE DEL MODELLO IN RELAZIONE ALLA STRUTTURA AZIENDALE ;
- VIGILARE SULL’ OSSERVANZA DELLO STESSO DA PARTE DEI SOGGETTI AZIENDALI;
- VERIFICARE IL MANTENIMENTO NEL TEMPO DELL’EFFICACIA PREVENTIVA;
- CURARE L’AGGIORNAMENTO DEL MODELLO LADDOVE SE NE RISCONTRINO LE ESIGENZE;
- PROPORRE MODIFICHE E MIGLIORAMENTI DEL MODELLO ALL’ORGANO DIRIGENTE;
COMPOSIZIONE
- MONOCRATICO;
- COLLEGIALE.
- SOLO SOGGETTI ESTERNI;
- COMPOSIZIONE MISTA;
- SOLO SOGGETTI INTERNI.
In ogni caso, l’OdV deve svolgere i propri compiti nel rispetto dei requisiti di indipendenza, autonomia e continuità d’azione.
Il nostro supporto per l’adozione del Modello 231
IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE, ADOZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO RICHIEDE UN MIX DI COMPETENZE VASTO ED ETEROGENEO CHE SOLO UNO STAFF DI PROFESSIONISTI DEL SETTORE PUÒ FORNIRE.
Il nostro team di consulenti impegnato sui modelli organizzativi 231 è composto da esperti professionisti nei settori legale, amministrativo e contabile. Ne fanno parte esperti in problematiche societarie, di diritto del lavoro e di organizzazione e procedure aziendali nonché avvocati civilisti e penalisti.
SSI È SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E DEFINIZIONE DEI MODELLI ORGANIZZATIVI 231
Il Team offre un servizio integrato di consulenza professionale relativa a:
- Analisi Preliminare;
- Risk assestment & management (Identificazione della Attività/Processi sensibili – Analisi dei Rischi da reato );
- 231 Law Gap Analysis (individuazione delle carenze del sistema di controllo esistente);
- Definizione del Piano Interventi 231 e progettazione del Sistema di Gestione 231;
- Definizione dei Modelli Organizzativi 231 e redazione della relativa documentazione;
- Redazione dei Protocolli 231;
- Verifica delle procedure e loro eventuale implementazione relativamente ai processi e alle diverse categorie di normative:
– antiriciclaggio;
– sicurezza;
– ambiente, etc. - Redazione del Sistema di Informazione, Comunicazione e Controllo dell’Organismo di Vigilanza;
- Redazione del Sistema Disciplinare;
- Redazione di Procure, Deleghe e Nomine 231;
- Definizione del Piano di Formazione 231/Svolgimento dei corsi di formazione aziendale e Audit 231;
- Partecipazione all’Organismo di Vigilanza con Consulenti tecnici.
Assistenza in tutto il percorso di adeguamento
LA PROGETTAZIONE E LA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO 231 SI REALIZZERÀ ATTRAVERSO LA SEGUENTE METODOLOGIA DI INTERVENTO.
Attività di progettazione:
- Analisi preliminare della documentazione rilevante ai fini del Modello 231;
- Incontri presso le sedi della Società per lo svolgimento di interviste/colloqui con la Dirigenza, con i Responsabili, con il personale e con i collaboratori e professionisti esterni;
- Analisi e valutazione dei Rischi e condivisione delle risultanze.
Predisposizione dei documenti del Modello Organizzativo 231:
- Codice Etico;
- Manuale del Modello 231;
- Deleghe, Procure e nomine;
- Procedure Gestionali, Protocolli, Istruzioni Operative;
- Regolamento Organismo di Vigilanza;
Implementazione in Azienda di quanto previsto dai documenti del Modello Organizzativo 231:
- Formazione ed informazione al personale aziendali sulle tematiche/reati previsti dal Decreto 231;
- Manutenzione e aggiornamento periodico del Modello 231;
- Audit interni;
- Assistenza nell’individuazione ed attuazione di eventuali carenze emerse negli Audit interni.
Incarico di partecipazione all’Organismo di Vigilanza in qualità di Presidente o Membri.
Modelli 231: un’opportunità
Oggi è possibile adottare il Modello Organizzativo senza un eccessivo aggravio di costi grazie a:
- Contributi in conto capitale Inail
- Fondi Interprofessionali di Categoria
Finanziamenti alle imprese INAIL
INCENTIVI INAIL PER L’ADOZIONE DEI MODELLI ORGANIZZATIVI
Ogni anno viene pubblicato il bando INAIL relativo agli incentivi destinati alle imprese per l’adozione di Modelli Organizzativi.
Le imprese ammesse al bando beneficeranno dell’erogazione del Contributo Fondo Perduto nella misura pari al 50% delle spese ammissibili sostenute per la realizzazione del progetto, a partire da un limite minimo di 5.000 euro fino a un limite massimo di 100.000 euro.
Fondi Interprofessionali di Categoria
L’iscrizione ai fondi interprofessionali di categoria consente alle aziende l’utilizzo pari allo 0,3% della retribuzione lorda di ogni lavoratore per corsi di formazione ed informazione 231/2001
Di seguito una ipotesi di contributo con retribuzione lorda mensile di 2.000 € per dipendente:

Scritto da SSI – Sistemi Servizi Integrati
Aggiornato il 25 Ottobre 2021
SCARICA QUI IL DOCUMENTO IN PDF:
Potrebbe interessarti anche:
Approfondimenti utili
Cosa significa ESG e perchè scegliere investimenti sostenibili
Perché scegliere la contrattazione di secondo livello
Welfare aziendale: cos’è e perché conviene
Quanto deve incidere il costo del personale sul fatturato
Proroghe e rinnovi contratti a tempo determinato: come funzionano e quando convengono
Come scegliere il contratto collettivo CCNL