È sempre più importante per le aziende poter disporre di strumenti agevoli e flessibili per regolamentare il rapporto di lavoro e ottimizzare i costi della gestione d’impresa. I contratti di lavoro giocano un ruolo essenziale in questa ottica: sono dispositivi utilissimi che permettono alle aziende di decidere in autonomia su molti aspetti del rapporto lavorativo, definendo regole efficaci e personalizzate in base alle caratteristiche dell’azienda ma anche ai bisogni dei dipendenti.
L’accordo di secondo livello permette in sostanza di “cucire” un contratto su misura in base alle esigenze specifiche dell’azienda e dei suoi dipendenti.
La contrattazione di secondo livello è il risultato di un accordo tra azienda e associazioni datoriali e sindacali che permette di integrare alcuni aspetti normativi ed economici rispetto ai CCNL di appartenenza, a tutto vantaggio di imprese e lavoratori.
Spesso sono proprio i CCNL che contengono al loro interno delle deleghe per regolamentare determinati aspetti del rapporto di lavoro (ad esempio: gli orari di lavoro, i percorsi di formazione, i premi produttività, l’erogazione di bonus detassati e welfare aziendale).
Gli accordi di secondo livello hanno numerosi vantaggi perché permettono di adattare la disciplina dei rapporti di lavoro alle loro esigenze specifiche. L’obiettivo è proprio quello di consentire alle aziende di definire regole personalizzate in base alle proprie caratteristiche e anche alle necessità dei lavoratori.
Ora parliamo di come sia possibile per le aziende applicare un contratto collettivo nazionale ai propri dipendenti, adattato alle proprie esigenze e forgiato su misura per la propria attività.
Vediamo come si articola la contrattazione di secondo livello e quale ruolo gioca il consulente del lavoro nella gestione dei rapporti di lavoro delle imprese. Cerchiamo infine di analizzare quali sono i contratti che consentono maggiore flessibilità nell’applicazione, risultando quindi vantaggiosi per le imprese.

La contrattazione collettiva
Per capire l’importanza della contrattazione di secondo livello, facciamo una breve panoramica sulla struttura del contratto di lavoro subordinato.
La regolamentazione del rapporto di lavoro si svolge in tre fasi:
- Accordi interconfederali:
La legislazione disciplina diritti e doveri dei lavoratori, a prescindere dal settore merceologico di appartenenza.
- Livello nazionale di categoria:
I CCNL, o Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, stabiliscono gli aspetti normativi e retributivi per i lavoratori di un determinato settore.
- Livello decentrato:
I contratti individuali di lavoro stipulati tra il datore di lavoro e il dipendente.
Il rapporto di lavoro tra datore e dipendente è regolato dal contratto collettivo nazionale di categoria. Questo stabilisce le norme e i trattamenti economici validi per tutti coloro che sono impiegati in un determinato settore: i metalmeccanici hanno un CCNL di categoria, che pone delle condizioni diverse rispetto al CCNL del commercio, a quello dell’industria tessile o a quello del turismo.
La contrattazione collettiva, nel contesto del diritto del lavoro, svolge la funzione di integrare quanto previsto dalla legge da un lato, e di porre le basi per il contratto individuale tra azienda e lavoratore dall’altro.
I livelli della contrattazione
I contratti collettivi si articolano su due livelli:
- Contrattazione di primo livello:
Il CCNL stabilisce gli aspetti normativi ed economici validi per i lavoratori di un determinato settore merceologico (ad esempio Metalmeccanica, Industria Tessile, Commercio, …). Questo indica anche gli ambiti che si possono delegare alla contrattazione aziendale o territoriale.
La contrattazione viene stipulata da associazioni datoriali e i sindacati, che lavorano in sinergia per raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti.
- Contrattazione di secondo livello:
È un contratto aziendale o territoriale che ha la funzione di integrare il CCNL di riferimento per rispondere alle esigenze specifiche dell’azienda.
Definisce gli aspetti legati alle caratteristiche peculiari dell’azienda o del territorio e regolarizza tali ambiti.
La contrattazione viene siglata tra il datore di lavoro e i firmatari del CCNL.
Questa distinzione è fondamentale perché permette di distinguere un piano generale, dove vengono poste le basi per regolamentare i rapporti di lavoro di un determinato settore merceologico, da un piano più focalizzato nella regolamentazione degli aspetti specifici di un’azienda.
Abbiamo parlato diffusamente dei CCNL negli articoli precedenti: abbiamo visto come sono strutturati e cosa regolamentano nell’articolo “Cosa sono i contratti collettivi nazionali di lavoro”, abbiamo poi cercato di capire “Come scegliere il CCNL” e abbiamo infine approfondito “Come cambiare il contratto nazionale di Lavoro”.
Ci concentriamo ora sulla contrattazione di secondo livello. Vediamo in che modo un’impresa possa attivare un contratto di secondo livello tramite la mediazione del consulente del lavoro, e proviamo a capire quali siano i tipi di contratti più flessibili e vantaggiosi sia per le aziende che per i lavoratori.

La contrattazione di secondo livello
Il contratto di secondo livello aggiunge al CCNL delle norme specifiche in base alle attività effettive di una determinata azienda o alle caratteristiche di un territorio. Può integrare alcuni punti per definire in modo più preciso e adeguato alla realtà aziendale gli aspetti legati alla retribuzione, all’organizzazione, all’ambiente di lavoro, alla produttività.
La contrattazione di secondo livello si declina in due tipologie:
- Contrattazione aziendale:
È un accordo stipulato tra l’azienda e le parti datoriali e sindacali. Interviene sulle materie e gli istituti previsti dal CCNL di categoria per adattarli il più possibile alle particolarità dell’azienda. Il contratto aziendale può essere sottoscritto direttamente tra il datore di lavoro e le rappresentanze sindacali dei lavoratori.
- Contrattazione territoriale:
Avviene tra aziende e parti sociali presenti su un territorio circoscritto. Consente di integrare il CCNL con deroghe a favore dei lavoratori occupati in quella determinata zona. Viene utilizzata largamente in alcuni settori, ad esempio l’edilizia o l’artigianato. Può essere stipulato tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali presenti sul territorio di interesse.
Il contratto di secondo livello viene stipulato in sede aziendale o territoriale e ha una durata di tre anni (come il CCNL). Nel caso in cui un contratto non abbia una scadenza prestabilita, è possibile per entrambe le parti firmatarie recedere comunicando un preavviso.

I vantaggi della contrattazione di secondo livello
Grazie alla contrattazione di secondo livello, due aziende possono applicare lo stesso contratto collettivo adottando provvedimenti diversi, modellati in base alle loro specifiche necessità.
I provvedimenti possono riguardare:
- La gestione degli orari di lavoro
- La tipologia contrattuale (ad es. tempo determinato, telelavoro, ecc.)
- I premi di produzione
- L’ambiente di lavoro
- La sicurezza sul lavoro
- L’introduzione di politiche di welfare aziendale
I contratti di secondo livello sono senza dubbio uno strumento di fondamentale importanza per le imprese, perché permettono di adattare la disciplina dei rapporti di lavoro sulle necessità particolari di un’azienda.
Questi, inoltre, consentono di ottenere anche importanti vantaggi economici legati alla decontribuzione e defiscalizzazione. Per approfondire questo argomento, leggi l’articolo: “Costo del lavoro: come ottimizzare il costo del personale“.
Il datore di lavoro può disporre di una vasta gamma di strumenti da poter impiegare in azienda, come la flessibilità degli orari di lavoro, il limite al rinnovo dei contratti a tempo determinato, la possibilità di erogare premi produzione e premi risultato detassati.
Senza dubbio, un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che i dipendenti siano più sereni e motivati grazie alle novità introdotte e alle possibilità di fruire di bonus legati al benessere e alla cura della famiglia, con conseguenti risultati positivi sulla produttività aziendale.
Le politiche di welfare aziendale rappresentano un plus sempre più rilevante sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Un utile approfondimento su questo argomento si può trovare in questo articolo: “Welfare aziendale: cos’è e perché conviene”.
Per approfondire questa concezione del lavoro, leggi l’articolo: “Un nuovo ordine morale nell’industria. Olivetti: l’esempio da seguire“.
I contratti di Anpit
Anpit si occupa di disporre una contrattazione più flessibile e moderna rispetto alla maggior parte dei CCNL esistenti, per consentire un’apertura agevole alla contrattazione di secondo livello. Questo è un grande vantaggio per le aziende, perché possono “cucire su misura” il contenuto del CCNL attorno alle proprie esigenze.
Sono pochi i CCNL che prevedono una apertura rivolta alla contrattazione di secondo livello. Nella maggior parte i CNNL non disciplinano espressamene l’opportunità per una contrattazione tra le parti.
Al contrario, Anpit offre contratti per tutte le categorie già predisposti per aprire al secondo livello di contrattazione. Dopo aver analizzato quali siano le esigenze specifiche che caratterizzano ogni settore, ha previsto nei suoi contratti lo spazio per introdurre le apposite deroghe agli aspetti retributivi e normativi più necessari.
Tutti i CCNL sottoscritti da Anpit si possono consultare in questa pagina: Contratti Nazionali Vigenti.
Per orientarsi nella regolamentazione e comprendere in maniera approfondita tutte le implicazioni di ogni tipo di contratto, è sempre consigliabile rivolgersi ad un consulente del lavoro e fargli visionare la documentazione. Questi saprà individuare gli aspetti più rilevanti per l’azienda e potrà avviare le trattative per l’attivazione o il cambio di contratto.

Il ruolo del consulente del lavoro nella contrattazione di secondo livello
Il consulente del lavoro è un professionista che svolge un ruolo fondamentale nella gestione dei rapporti di lavoro delle imprese. È il vero centro della trattazione di secondo livello, perché è proprio lui a coordinare le attività tra le parti, poiché consapevole delle reali esigenze dell’impresa e dei suoi dipendenti.
La molteplicità dei contratti collettivi nazionali (ad oggi sono più di 900 quelli depositati al CNEL) può far risultare complessa la scelta del più adeguato. Dobbiamo ricordare però che non tutti i CCNL permettono di derogare alla trattazione di secondo livello. Quindi, per essere sicuri di non chiudersi delle porte, è meglio puntare sin dall’inizio ad un contratto aperto e flessibile.
Anpit propone già da anni dei contratti stipulati insieme a Cisal e regolarmente depositati al CNEL, che contengono già al loro interno le voci che possono essere derogate al contratto aziendale o territoriale, in modo da favorire nel miglior modo possibile l’azienda con le sue peculiarità.
Scritto da Anpit Piemonte
Aggiornato il 12 Ottobre 2021
Approfondimenti utili:
Wikiversity – La Contrattazione Collettiva e il Contratto Collettivo
Studio Cassone – Il contratto collettivo di secondo livello
Repubblica.it – Confindustria: “I contratti aziendali possono sostituire quelli nazionali”
Campilongo Nati – Il CCNL applicato dal datore di lavoro: quando è legittima la modifica
Secondo Welfare – Il welfare nella contrattazione collettiva: un fenomeno ancora in crescita
Termometro Politico – Cambio ccnl unilaterale: termini, requisiti e quando non è legale
Il Fatto Quotidiano – Contratti collettivi, il datore di lavoro non può decidere quale applicare
Monster – CCNL: contratti collettivi e livelli
Consulenza e Lavoro – Cosa è il CCNL e come si effettua la scelta di quale applicare