In base a quali criteri bisogna scegliere il tipo di contratto collettivo nazionale di lavoro? Quali tipologie di CCNL esistono? Quando è possibile cambiarlo?
Proviamo a rispondere a queste domande con chiarezza in questo articolo.
Come scegliere il contratto collettivo
Il contratto collettivo si sceglie in base alla categoria professionale dell’azienda, che corrisponde all’attività di cui si occupa l’imprenditore e si identifica con il codice ATECO.
Le aziende che aderiscono ad una associazione di datori di lavoro aderiscono anche ad uno specifico CCNL e sono obbligate ad applicarlo. Se invece non fanno parte di nessuna Associazione Datoriale, possono scegliere quale contratto collettivo applicare al momento dell’assunzione dei dipendenti.
Naturalmente il datore di lavoro non può scegliere il CCNL che vuole solo in base alla convenienza economica, ma deve fare riferimento alle attività effettivamente esercitate dall’azienda per individuare il settore di appartenenza, quindi scegliere il contratto più attinente.
È rilevante il codice ATECO, il codice identificativo dell’attività economica dell’impresa attribuito dall’Agenzia delle Entrate al momento della registrazione della partita IVA. Il codice ATECO indica il settore e la categoria specifica in cui opera l’impresa.
Se un’azienda si occupa di due o più attività ma ha solo un codice ATECO, deve applicare il CCNL dell’attività prevalente, che si riferisca al settore indicato dal codice ATECO. Diversamente, se l’azienda ha due attività autonome e indipendenti, allora per ognuna deve applicare il CCNL di riferimento.

Prima di scegliere il contratto collettivo da applicare, è sempre consigliato di rivolgersi al consulente del lavoro per individuare con esattezza il settore. Questi analizzerà la documentazione, le attività dell’azienda e le mansioni dei lavoratori, quindi indicherà la forma contrattuale più adatta.
Per alcune attività può essere molto semplice individuare il CCNL da applicare, ad esempio un’officina meccanica, un negozio di abbigliamento, un ristorante. Ci sono tuttavia anche aziende il cui settore non è facile da definirsi, ad esempio una società che offre servizi digitali. In questi casi è necessaria un’analisi approfondita da parte del consulente del lavoro.

L’azienda è obbligata ad applicare il CCNL?
Vediamo in quali casi è obbligatorio e quali sono i vari scenari che si possono presentare.
Azienda iscritta ad un’associazione datoriale
Se l’azienda ha aderito ad un’associazione datoriale firmataria del CCNL, dovrà applicare il contratto sottoscritto dall’associazione. Questo si applicherà a tutti i lavoratori senza distinzione di mansioni o categoria.
Un’azienda può essere iscritta ad un’associazione di categoria, a più associazioni datoriali , oppure ad un’associazione che a sua volta è iscritta all’associazione di categoria. Nell’ultimo caso, l’azienda è obbligata all’applicazione integrale del contratto collettivo sottoscritto dall’associazione alla quale ha aderito.
Azienda non iscritta all’associazione
Se il datore di lavoro non è iscritto ad alcuna associazione datoriale, non ha l’obbligo di applicare un CCNL specifico e può scegliere tra due soluzioni:
- Adottare un contratto collettivo nazionale, indicando gli estremi nella lettera di assunzione. Può aderire in modo esplicito e applicare il CCNL integralmente, oppure aderire in modo implicito e limitarsi a seguire le clausole più importanti e rappresentative.
- Non applicare alcun CCNL. In questo caso deve fare riferimento alle fonti costituzionali e alle leggi sul lavoro per quanto riguarda la retribuzione e la base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali e assistenziali, importi che non possono essere inferiori ai minimi fissati dal CCNL di riferimento del settore in cui opera l’azienda (cosiddetto minimo contrattuale).
Di solito si consiglia di applicare un contratto collettivo nazionale per gestire più facilmente alcuni aspetti del rapporto di lavoro, sia nel quotidiano che a livello economico e fiscale.

Quali tipologie di contratto collettivo esistono?
Esistono diverse tipologie di contratto collettivo, che si differenziano soprattutto in base al livello in cui vengono approvati.
Un contratto collettivo di lavoro può essere:
- CCNL Interconfederale: definisce le regole generali che riguardano tutti i lavoratori di ogni settore produttivo. Si esprime tra i principali rappresentati del mondo delle imprese (Anpit, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura e Confprofessioni) e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori (Cisal, Cgil, Cisl, Uil, ecc.)
- CCNL di primo livello: è un contratto collettivo nazionale di categoria. Viene sottoscritto dalle Associazioni Datoriali di un determinato settore merceologico assieme alle Organizzazioni Sindacali dello stesso settore.
Per fare un esempio, il sopracitato contratto collettivo del settore metalmeccanico viene sottoscritto da Federmeccanica (rappresentante delle imprese) e dai sindacati di categoria Anpit e Cisal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm.
- CCNL di secondo livello: è sottoscritto nell’ambito di settori specifici, può essere stipulato da un’azienda o a livello territoriale. Nel primo caso, il contratto collettivo viene sottoscritto nella singola realtà aziendale; nel secondo caso il CCNL ha efficacia nel territorio della provincia. Il datore di lavoro può derogare alle norme di legge e del CCNL su alcuni aspetti del rapporto di lavoro.

Si può cambiare CCNL?
Il contratto collettivo è valido per tre anni. Alla scadenza è possibile rinnovarlo, sostituirlo o recedere e stipulare un nuovo CCNL.
Il contratto collettivo in vigore crea un vero e proprio diritto individuale all’applicazione del suo contenuto verso il lavoratore, quindi solo al termine della sua durata smette di essere vincolante per le parti che lo hanno sottoscritto e si può procedere con il rinnovo.

Come cambiare CCNL applicato in azienda
Ci sono due modi per cambiare il CCNL di un’azienda:
- Accordo di armonizzazione contrattuale: si tratta di un accordo bilaterale tra il datore di lavoro e i sindacati, per gestire il passaggio dall’applicazione di un CCNL ad un altro.
Con questo accordo è possibile disciplinare i livelli e le mansioni tra i due contratti, inoltre è possibile stabilire il periodo temporale entro il quale il nuovo CCNL deve essere applicato; le valutazioni di natura normativa ed economica; le applicazioni diversificate di alcuni istituti o la loro sospensione temporanea; infine prevedere eventuali le disposizioni economiche a salvaguardia dei diritti acquisiti dai lavoratori.
- Modifica unilaterale del CCNL applicato: se il datore di lavoro ha aderito ad un’associazione di categoria, è vincolato ad un obbligo specifico, poiché viene rappresentato dalla categoria negli accordi e anche nel CCNL di riferimento.
In questo caso, per cambiare il CCNL la prima cosa da fare è dare disdetta all’associazione Datoriale e a tutte le parti firmatarie del contratto, per svincolarsi così dall’obbligo contrattuale. Bisogna inoltre informare i lavoratori della variazione del CCNL. Dopo aver completato queste procedure, il datore di lavoro può aderire ad un altro CCNL.
Se l’imprenditore non è iscritto ad un’Associazione Datoriale, ma ha applicato un CCNL con una procedura di adesione, deve ugualmente comunicare il recesso a tutti i firmatari del contratto e avvisare i lavoratori con modalità idonee a comprovare la ricezione.

Dove si trova il CCNL applicato?
Sul sito Anpit Piemonte è possibile consultare i contratti collettivi nazionali sottoscritti da Anpit e Cisal, regolarmente depositati al CNEL e al Ministero del Lavoro, che li hanno inseriti tra i contratti collettivi in vigore in Italia.
Si possono consultare e scaricare a questi link:
CCNL DIPENDENTI E SOCI DELLE COOPERATIVE
CCNL SOCIETÀ ED ENTI DI FORMAZIONE
CCNL STUDI PROFESSIONALI ED AGENZIE DI ASSICURAZIONI
Scritto da Anpit Piemonte
Aggiornato il 12 Ottobre 2021
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