Taglio al cuneo fiscale nel contratto collettivo nazionale

Il taglio al cuneo fiscale nel contratto collettivo nazionale è una misura cruciale per la ripresa economica e sociale del paese, che porta a ridurre il costo del lavoro per favorire l’occupazione e la produttività. Vediamo quali sono le novità che ci attendono e come calcolare l’importo degli sgravi fiscali.

Il taglio al cuneo fiscale è una misura impellente per rilanciare le imprese e l’occupazione. Se si diminuisce il costo del lavoro per le aziende, si incentiva l’occupazione; se si abbassa la tassazione per i dipendenti aumenta la loro disponibilità economica e di conseguenza le risorse da spendere e investire.

Da tempo il governo sta lavorando alla riduzione del cuneo fiscale. La materia è complessa e perciò la riforma fiscale ha bisogno di diversi step prima di vedere un’attuazione completa, di cui possano beneficiare sia le imprese che i lavoratori.

La Manovra del 2019 aveva abbassato le tariffe Inail. La Legge di Bilancio 2020 ha previsto il Bonus Taglia Cuneo Fiscale, che ha portato un’integrazione di 100 euro nelle buste paga dei dipendenti, poi trasformatosi nel Bonus Irpef 2021. Per il 2022 la Legge di Bilancio stabilisce finalmente dei benefici anche per le imprese, che godranno di una riduzione del cuneo fiscale con l’abbassamento dell’Irpef, della rimodulazione dell’Iva e, in alcuni casi, dell’annullamento dell’Irap.

Il taglio del cuneo fiscale è un passo tanto atteso quanto necessario per la ripresa del paese, che andrà ad aumentare l’occupazione e ad accrescere la produttività.

Vediamo nel dettaglio quali sono le grandi novità introdotte per ridurre il cuneo fiscale e quali i vantaggi per lavoratori e imprese.

Cuneo fiscale contratto collettivo nazionale: due persone analizzano i documenti in ufficio.

Taglio del cuneo fiscale nella Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio del 2020 si è concentrata sulla riduzione del carico fiscale per i lavoratori dipendenti, mentre slitta al 2022 la manovra che prevede di ridurre il costo del lavoro per le imprese.

Il cuneo fiscale è la differenza tra quanto l’impresa versa per lo stipendio lordo del dipendente e l’importo che il lavoratore percepisce come stipendio netto.

Il valore del cuneo fiscale rappresenta l’insieme delle imposte che l’azienda versa per ogni dipendente; quindi, è un indicatore fondamentale per quantificare il costo del lavoro, da cui dipende di conseguenza anche la crescita o diminuzione dell’occupazione.

Cosa cambia in busta paga dal 2021

La busta paga dei lavoratori diventa un po’ più ricca, grazie al taglio del cuneo fiscale nel contratto collettivo nazionale. Quest’anno infatti sono previsti degli aumenti per molti dipendenti che hanno rinnovato il contratto collettivo e hanno diritto ad un incremento in busta paga fino a 100 euro netti.

Questa integrazione è dovuta al Bonus IRPEF 2021, che spetta a tutti i lavoratori dipendenti e viene calcolato in base al loro reddito annuale. La misura riguarda 16 milioni di lavoratori dipendenti che si vedranno erogare il bonus direttamente in busta paga, senza dover presentare alcuna richiesta.

Vediamo in cosa consiste il Bonus IRPEF 2021.

Taglio del cuneo fiscale contratto collettivo nazionale: imprenditrice alla scrivania analizza i documenti.

Il Bonus IRPEF 2021

La Legge di Bilancio 2020 ha stabilito un taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, con il Bonus IRPEF che viene erogato a partire dal 1° luglio 2021. Questa misura va a sostituire il Bonus Taglia Cuneo Fiscale applicato nell’anno precedente e prevede un incremento netto fino a 100 euro nella busta paga del dipendente.

Il datore di lavoro è tenuto a riconoscere in busta paga un importo di 100 euro al mese, per un totale di 1.200 euro annui, al lavoratore per le prestazioni rese dal 1° gennaio 2021, a titolo di trattamento integrativo che quindi non concorre alla formazione di reddito. Questo trattamento viene riconosciuto a tutti i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28.000 euro, oltre questa soglia l’importo decresce in maniera proporzionale per i redditi fino a 40.000 euro.

Il datore di lavoro è tenuto a versare l’importo integrativo in modo autonomo e non è necessaria alcuna richiesta da parte del dipendente, poiché ha il ruolo di sostituto d’imposta.

Come calcolare il bonus Irpef 2021?

Il taglio del cuneo fiscale nel contratto collettivo nazionale viene calcolato in base al reddito del lavoratore. Chi percepisce un reddito inferiore a 8.000 euro non ha diritto all’importo integrativo, in quanto il valore delle detrazioni da lavoro è superiore all’imposta dovuta.

Per tutti gli altri redditi, il valore del bonus si calcola in maniera proporzionale al reddito.

Calcolare il bonus IRPEF 2021:
  • Da 8.000 a 28.000 euro di reddito: spetta un bonus di 100 euro al mese, che viene erogato tramite credito d’imposta.
    Quindi per calcolarlo è sufficiente moltiplicare il bonus per le mensilità lavorate:
    100 x12 mesi = 1.200 euro
  • Da 28.001 a 35.000 euro di reddito: il bonus si calcola a partire dal valore del bonus Renzi (80 euro) e aggiungendo il valore della maggiorazione che spetta con il bonus taglio cuneo fiscale. Quindi il calcolo è questo:
    (80 x 12) + (20 x 12) x (35.000 – reddito lordo annuo) / 7.000.
    = 960 + 240 x (35.000 – reddito lordo annuo) / 7.000.
  • Da 35.001 a 40.000 euro di reddito: la formula che si utilizza per calcolare il bonus è la seguente:
    960 x (40.000 – reddito lordo annuo) / 5.000.
Ripartizione cuneo fiscale contratto collettivo nazionale, per fasce di reddito
Ripartizione cuneo fiscale contratto collettivo nazionale, per fasce di reddito

Nel calcolo del reddito non si considerano:

  • l’abitazione principale,
  • il reddito di cittadinanza,
  • gli assegni familiari,
  • l’assegno di maternità,
  • le indennità per Covid previste dai vari decreti,
  • il premio alla nascita (bonus mamma),
  • l’assegno di natalità (bonus bebè),
  • il bonus baby-sitter.

Il bonus viene riconosciuto dal datore di lavoro al dipendente sulla base dello stipendio netto annuale e in relazione al periodo di lavoro svolto. Pertanto, se il lavoratore percepisce altre entrate (ad esempio, da un secondo lavoro, dalla rendita di un immobiliare in locazione), queste vanno a sommarsi e costituiscono reddito.

Come conseguenza può capitare di dover restituire il bonus, tramite dichiarazione dei redditi o tramite conguaglio di fine anno del datore di lavoro, che suddividerà l’importo in 10 rate da scontare in busta paga. Questa situazione si verifica anche nel caso in cui il lavoratore avente diritto al bonus, durante l’anno superi la soglia dei 40.000 euro prevista.

Cuneo fiscale contratto collettivo nazionale: come calcolare l'irpef

Come funziona l’Irpef e come si calcola

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche, è la più importante del sistema tributario italiano e riguarda oltre 40 milioni di contribuenti. L’IRPEF è un’imposta progressiva e si applica con aliquote crescenti su diversi scaglioni di reddito, tenendo conto anche delle detrazioni dal reddito e detrazioni d’imposta. In poche parole, l’importo dell’IRPEF aumenta in proporzione rispetto al reddito.

Attualmente l’IRPEF si calcola sulla base di 5 scaglioni stabiliti dalla legge:

  • Con un reddito lordo complessivo fino a 15.000 euro l’aliquota è fissata al 23%;
  • Da 15.000 a 28.000 euro l’aliquota è del 27%;
  • Per i redditi tra 28.000 e 55.000 sale al 38%;
  • Da 55.000 a 75.000 arriva al 41%;
  • Per redditi lordi superiori a 75.000 l’aliquota è del 43%.

Come saranno le nuove aliquote Irpef?

L’obiettivo del taglio del cuneo fiscale è quello di portare uno sgravio di 500 euro almeno per la fascia media, cioè per i redditi compresi tra 28.000 e 55.000 euro lordi. È probabile che si riesca ad abbassare l’aliquota al 34%, mentre sarebbe auspicabile arrivare ad un accorpamento con lo scaglione del 27%, come proposto dalla maggior parte degli esponenti politici e delle associazioni datoriali e sindacali.

Taglio al cuneo fiscale nel contratto collettivo nazionale

La riduzione del cuneo fiscale può essere molto efficace se applicata a determinate categorie di lavoratori e prevede un differenziale tributario e contributivo. Gli sgravi fiscali rivolti ai giovani e all’apprendistato incoraggiano l’utilizzo del contratto collettivo nazionale, strumento che favorisce l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e porta alla crescita dell’occupazione.

Taglio del cuneo fiscale contratto collettivo nazionale 2022: imprenditore alla scrivania legge documenti

Taglio del cuneo fiscale 2022

La Legge di Bilancio 2022 va a definire ulteriori misure di riforma fiscale. Si parla di riduzione IRPEF per i redditi medi del terzo scaglione, riduzione del cuneo fiscale per le imprese e rimodulazioni di IVA e IRAP. La manovra consiste in un taglio alle tasse per il valore di 8 miliardi di euro.

La riduzione degli oneri fiscali è in sostanza il cuore della Legge di Bilancio 2022, che predispone le risorse da destinare al taglio delle tasse per i ceti medi (si intende lo scaglione per i redditi da 28.000 a 55.000 euro, con aliquota al 38%) e prevede anche misure del taglio fiscale a favore delle imprese.

Si valuta inoltre di cancellare il contributo CUAF, destinato al finanziamento degli assegni familiari, a carico dei datori di lavoro e delle famiglie che assumono collaboratori domestici. La misura è fortemente spinta da importanti Associazioni delle Imprese e comporterebbe un taglio pari a 2 miliardi di euro. Il taglio al contributo CUAF comporterebbe l’eliminazione degli assegni familiari, che verrebbero assorbiti dal nuovo assegno unico finanziato dal Fondo apposito previsto dall’ultima manovra e dalle misure che verranno sostituite.

L’abolizione del CUAF andrebbe quindi a diminuire l’impatto del Fisco sulle nuove assunzioni e favorirebbe la ripresa dell’occupazione.


Scritto da Anpit Piemonte

Aggiornato il 25 Ottobre 2021


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