Una struttura digitale su misura non è un costo, è un investimento sul futuro.
Una struttura digitale sartoriale permette alle aziende di sviluppare strategie flessibili ed essere migliori.
Articolo scritto da Matteo Librini (Smartprovider)
per ANPIT Piemonte.
Digitalizzare in maniera sartoriale, come nella migliore tradizione italiana.
“Un giorno” o “giorno uno”, procrastinare o attivarsi per il cambiamento è una decisione ed un approccio da fare consapevolmente, ed in momenti altamente trasformativi questo tipo di scelta di base è vitale per proseguire in una direzione precisa e sostenibile.
È anche necessario, per capire che cosa debba essere la “digitalizzazione” nel prossimo futuro, mettere al centro dell’analisi l’uomo, cliente o manager che sia.
Ho parlato di “digitalizzazione” perché – ammesso che ce ne fosse il bisogno – è attraverso il digitale, l’uso del “nuovo strumento” che possiamo decidere come muoverci, verso dove e quando.
Partiamo da qui.
La digitalizzazione dell’impresa
In Smartprovider abbiamo condotto ricerche e analizzato dati, e da ogni parte – magari con dettagli e numeri leggermente diversi – il messaggio è consistente: una buona metà dei consumatori, dei “clienti”, ha completamente rivisto le proprie priorità, che cosa piace è stato sostituito da “che cosa serve”, e l’idea di sicurezza è sempre più presente nelle scelte e nei comportamenti.

L’87% dei consumatori è pronto a cambiare un marchio se questo ha valori di marchio non condivisi. Più dell’80% pensa che “comprare online” sia migliore rispetto al canale “fisico” tradizionale. Sono informazioni che impongono una riflessione su cosa voglia dire “digitalizziamo il business” oggi, e che cosa si può fare per rimanere rilevanti durante un periodo di cambiamento comportamentale come questo.
Gli utenti sono abituati a disponibilità immediata di beni e servizi, acquisti rapidi sulle ali di entusiasmo, ricerca online, recensioni ed “influenza sociale”.
Proviamo a mettere tutto insieme: sono cambiati i comportamenti e le priorità dei clienti, è aumentato il livello di percezione di “sicuro e insicuro”, crescono le transazioni online che educano i clienti a scelte infinite, soddisfazione immediata a discapito dell’esperienza “fisica”, fornitori poli-servizio per circondare un “cliente distratto”.
Il significato: livello di attenzione nullo ed un livello di fedeltà al marchio basso, a meno che – appunto – non sia rilevante, in quel momento e per ogni canale di interazione, soprattutto digitale.
E su questo caos si impiantano le caratteristiche “digitali” delle aziende. In un report recente (Novembre 2021) della Comunità Europea, a livello di indice DESI (Digital Economy and Society Index) l’Italia è indietro rispetto ai pari europei. Se abbiamo buoni servizi digitali come paese, a livello “centrale”, la nostra abilità digitale come aziende è ridotta, particolarmente per le PMI ed i professionisti.

Una cultura digitale
Manca una cultura digitale e le conoscenze necessarie (siamo al 25° posto per capitale umano digitalizzato). Abbiamo metà degli esperti digitali nelle aziende rispetto alla media dei sistemi più avanzati in Europa. Le nostre imprese generalmente hanno una discreta connettività a banda larga su rete fissa. Limitato invece l’uso della connettività mobile a banda larga, in buona sostanza usiamo poco il digitale rispetto – nota bene – alla competizione europea, facciamo il minimo indispensabile.
Usiamo il digitale spesso solo per quanto ci viene imposto – 95% delle aziende ha una fatturazione elettronica (ergo il dato complessivo di uso del digitale nelle PMI al 69% è un dato inquinato, appunto).
Quindi?
Quindi tutte le aziende, i professionisti, chiunque operi sul mercato sta lì per una sola ragione: fare profitti, neanche fatturato, profitti. Cambia il mercato, cambiano le regole d’ingaggio, cambiano i clienti e le sfide, cambiano – devono cambiare – i modi in cui si arriva a fare profitto.
Ma la regola è sempre la stessa: o faccio più volume o riduco i costi. O entrambi, se possibile.

Il sistema azienda
Diventa allora fondamentale creare un sistema azienda che sfrutti il cambiamento, che non lo subisca ma lo utilizzi come carburante per spingersi oltre. La lista dei lavori iniziali è precisa:
- comprendere le priorità – nostre e del mercato di riferimento
- avere la stessa velocità del mercato – guidata appunto dal digitale
- suggerire sempre “sicurezza” – creare un sistema-azienda solido, sicuro nelle sue parti e resiliente per i propri clienti
- gestire ed ottimizzare il tempo – risorsa preziosa e monetizzabile in un sistema altamente digitalizzato
- essere dove sono i clienti, sempre ed a prescindere – e sono a metà strada tra fisico e digitale.
Per i clienti dobbiamo essere – in questo momento più che in altri – “rilevanti”, dobbiamo avere senso per come sono loro, le loro necessità e bisogni. Comunicare con la stessa lingua, sugli stessi mezzi, con le stesse modalità, quando vogliono loro e quando fa – però – comodo a noi.
Non possiamo essere tutto per tutti, dobbiamo capire e disegnarci la soluzione ottimale, il modo di essere corretto per noi e per il mercato, un vero “vestito” su misura, anche digitale. Usando se possibile strumenti conosciuti, con i quali siamo agili, tipo le App mobili. Perché è vero che parliamo di aziende, ma le aziende sono fatte di persone e come dicevamo per i clienti “là fuori” anche in azienda vogliamo tutto a portata di mano, subito, facilmente, in modo da aumentare il benessere percepito e – di riflesso – l’efficacia del lavoro.
Una struttura digitale su misura
Una struttura digitale su misura, dal “front office” – la parte che interagisce con il cliente inclusa la presenza web – al “back office”, la nostra “stanza dei bottoni”, dove si opera, dove sono conoscenza ed informazioni, processi e operazioni. Tutto deve essere calibrato su di noi, solo quello che ci necessita per soddisfare profittevolmente i nostri clienti, essere rilevanti ed andare a prendere più mercato.

Una struttura digitale su misura non è un costo, è un investimento sul futuro. Una struttura digitale sartoriale ci permette di essere migliori su tre ambiti precisi:
- efficienza operativa;
- innovazione;
- eccellenza esecutiva.
Possiamo sviluppare strategie flessibili e capire quali sono i servizi che devono essere sostenuti perché più profittevoli e come modificare quelli meno performanti, massimizzando le risorse e condividendo materiali e conoscenza come e dove serve, in maniera sicura e sostenibile.
Una struttura digitale corretta ci consente di conoscere meglio i clienti, comprenderli approfonditamente e disegnare piccole offerte nuove che soddisfino bisogni e ci facciano diventare sempre più rielevanti per i loro bisogni.
In buona sostanza possiamo cogliere opportunità, lavorare meglio in un’azienda che diventa anche “remota” e pronta allo smartworking, comunicando meglio con i clienti e fidelizzandoli con un customer care più mirato.
Possiamo tornare a poter fare, bene e come ci piace, il nostro lavoro, con i mezzi corretti, moderni e legati alle evoluzioni del mercato e alla nostra evoluzione, disegnati su misura.
Appunto, come nella migliore tradizione italiana.
Articolo scritto da Matteo Librini (Smartprovider)
per ANPIT Piemonte
Potrebbe interessarti anche:
Come prendere una decisione secondo etica
Il modello 231 – organizzazione gestione e controllo
Costo del lavoro: come ottimizzare il costo del personale
Quanto deve incidere il costo del personale sul fatturato
Welfare aziendale: cos’è e perché conviene
Perché scegliere la contrattazione di secondo livello
Approfondimenti utili
Ridurre Costi Aziendali E Aumentare L’efficacia Della Tua Attività
One LEGALE: la soluzione digitale per i professionisti legali
Trasferte e viaggi d’affari PMI: come ridurre i costi
Rinnovo Contratti di Lavoro, opportunità di innovazione
Wolters Kluwer Launches Personalized Digital Learning Solution for Medical Students