Nuova IRPEF 2022: riduce il cuneo fiscale, aumenta gli stipendi

In dicembre 2021 il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova Irpef 2022. La riforma prevede quattro aliquote invece delle cinque attuali, e un nuovo sistema di calcolo delle detrazioni, che saliranno da 1.800 a 3.100 euro.

L’accordo riguarda anche la fascia dei redditi fino a 15.000 euro, che inizialmente sembrava esclusa dalla riforma. I benefici maggiori coinvolgono i redditi tra i 35.0000 e i 70.000 euro, che risparmieranno fino a 920 euro all’anno.

In questo articolo illustriamo i dettagli della riforma.


Il disegno di legge di Bilancio 2022 propone delle misure volte ad incrementare il reddito dei lavoratori; queste riguarderanno la riduzione del cuneo fiscale in busta paga e l’aumento dei salari minimi.

L’obiettivo è di ridurre la pressione fiscale soprattutto sul lavoro, che in Italia è molto alta. La riforma è un passo in avanti per rendere il sistema di tassazione più equo, favorire l’aumento dell’occupazione e la crescita dell’economia.

Portafoglio con banconote risparmiate grazie alla nuova irpef 2022

Cosa significa ridurre il cuneo fiscale

La legge di Bilancio 2022 propone di istituire un fondo da destinare alla riduzione del cuneo fiscale in busta paga. È ancora da definire il modo in cui si attuerà l’alleggerimento del carico fiscale, il testo è passato al Parlamento a cui spetta la decisione. Abbiamo però un punto di partenza, anzi tre: aliquote IRPEF, sistema di detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, trattamento integrativo IRAP.

  1. IRPEF: con una revisione degli scaglioni, le aliquote passeranno da 5 a 4. Le variazioni riguarderanno soprattutto il terzo scaglione.
  2. DETRAZIONI: il sistema delle detrazioni attualmente prevede un credito per i lavoratori dipendenti, derivante dal taglio del cuneo fiscale sui redditi da lavoro. Il credito ammonterà a 100 € al mese per i redditi fino a 28.000 €, a 80 € al mese per i redditi fino a 35.000 €, somme decrescenti all’aumentare del reddito fino a 40.000 €.
  3. IRAP: l’imposta regionale sulle attività produttive, dovrebbe essere assorbita dall’IRES e non sarà più pagata dalle ditte individuali e dai lavoratori autonomi. Le start up rientreranno nella categoria degli esclusi dall’imposta.

Vediamo cosa cambia nel dettaglio.

Calcolo Irpef 2022, scrivania con foglio e calcolatrice

Come cambia l’IRPEF 2022

L’IRPEF è l’imposta sul reddito da lavoro che grava sulle persone fisiche. È un’imposta diretta, personale e progressiva, che si applica al reddito da lavoro dipendente in base ad un sistema di scaglioni. Attualmente gli scaglioni sono cinque, contrassegnano le fasce di reddito dei lavoratori e determinano le aliquote che vanno dal 23% al 43%.

Le nuove aliquote IRPEF 2022 prevedono di ridurre gli attuali cinque scaglioni a quattro.

L’attuale sistema di tassazione IRPEF prevede 5 scaglioni, a cui si applicano le seguenti aliquote:

  1. 0 – 15.000,00 euro: 23%;
  2. 15.000 – 28.000 euro: 27%;
  3. 28.000 – 55.000 euro: 38%;
  4. 55.000 – 75.000 euro: 41%;
  5. Da 75.00 in poi: 43%

Vediamo come cambiano le nuove aliquote IRPEF 2022:

  1. Per i redditi fino a 15.000 € l’aliquota rimane al 23%
  2. Nello scaglione da 15.000 € a 28.000 € l’aliquota passa dal 27% al 25%
  3. Per la fascia da 28.000 € a 50.000 l’aliquota scende dal 38% al 35%
  4. Viene cancellata l’aliquota del 41%
  5. Per tutti i redditi superiori a 50.000 € si applica l’aliquota al 43%.
Confronto tra attuali e nuovi scaglioni aliquote Irpef
Confronto tra attuali e nuovi scaglioni aliquote Irpef – via Fiscoconsulting.it

Il nuovo sistema semplifica gli scaglioni e riduce le aliquote per i redditi medio-bassi, che passano rispettivamente dal 27% e 38% al 25% e 35%. Restano invariati i redditi sotto i 15.000 €, mentre quelli tra 50.000 € e 75.000 € sono vengono accorpati all’ultimo scaglione con aliquota al 43%.

A prima vista può sembrare che i redditi alti siano penalizzati, ma scopriamo che non è così perché compensano grazie al sistema delle detrazioni.

Anche le detrazioni per i redditi da lavoro sono calcolate in proporzione, in modo da portare vantaggio anche ai redditi sopra i 50.000 €. Il bonus Renzi da 80€ sarà riassorbito dalle nuove detrazioni che, al suo posto, porteranno in busta paga fino a 100 € al mese.

Come funziona l’Irpef

L’Irpef è un’imposta progressiva, che si applica con aliquote differenti in base agli scaglioni di reddito. L’imposta assorbe una quota percentuale di reddito in proporzione al reddito stesso. In pratica, si applica solo sullo scaglione di reddito relativo ad una aliquota: quando si passa da uno scaglione a quello successivo, l’imposta maggiore si applica non su tutto il reddito ma solo su quello aggiuntivo.

Si spiega più chiaramente con un esempio.

Un operaio guadagna 30.000 euro all’anno. Con le aliquote attuali:

  • Il reddito è tassato al 23% fino a 15.000 euro (1° scaglione)
  • L’importo tra i 15.000 e i 28.000, corrispondente a 13.000 euro, è tassato al 27% (2° scaglione)
  • Gli ultimi 2.000 euro (dai 28.000 ai 30.000) sono tassati al 38%.

In totale l’Irpef ammonta a 7.720 euro.

Scrivania con calcolatrice e banconote, calcolo della nuova irpef 2022

Irpef 2022: Come cambiano gli stipendi dei dipendenti?

Secondo l’esempio qui sopra, l’operaio che guadagna 30.000 euro all’anno, paga attualmente 7.720 euro di Irpef.

Con il nuovo sistema di aliquote si riduce la pressione fiscale sul secondo scaglione (da 27% a 25%) e sul terzo (da 38% a 35%):

  • 15.000 euro sono tassati al 23%
  • L’importo tra i 15.000 e i 28.000, corrispondente a 13.000 euro, è tassato al 25% (2° scaglione)
  • Gli ultimi 2.000 euro (dai 28.000 ai 30.000) sono tassati al 35%.

In totale l’Irpef ammonta a 7.400 euro, quindi l’operaio risparmia 320 euro.

Il bonus Renzi di 80 euro viene assorbito dalle nuove detrazioni, in particolare dal Bonus Irpef 2020 che consiste in 100 euro netti al mese per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro, 80 euro per i redditi inferiori a 40.000 euro.

L’importo base delle detrazioni salirà da 1.800 a 3.100 euro

Quanto risparmieremo nel 2022

La ridefinizione delle aliquote e l’aggiustamento del sistema di detrazioni porteranno degli aumenti in busta paga, grazie ai soldi risparmiati con il taglio al cuneo fiscale. Ecco quanto risparmieremo nel 2022:

Quanto si risparmia con la nuova Irpef
Quanto si risparmia con la nuova Irpef – via Avvenire.it
  • Redditi fino a 15.000 euro: risparmiano in media 61 euro all’anno
  • 15.000 – 25.000: si risparmia tra 100 e 200 euro
  • 30.000 – 40.000: si risparmia tra 320 – 620 euro
  • 40.000 – 50.000: si risparmia tra 620 – 920 euro
  • 50.000 – 75.000: si risparmia tra 468 euro
  • Oltre i 75.000: si risparmiano 270 euro fissi ogni anno.

ESEMPIO: un contribuente con un reddito di 50.000 con l’aliquota attuale deve pagare 15.320 euro di Irpef. Con la riforma, nel 2022 pagherà 14.400 euro. Avrà quindi un risparmio di 920 euro.

La riforma parte da gennaio ma si vedranno gli effetti operativi da marzo 2022, mese in cui nella busta paga sarà compreso anche il conguaglio relativo a gennaio e febbraio.

Irpef 2022, I vantaggi per i lavoratori

Le nuove aliquote Irpef 2022 consentono di abbassare le tasse anche ai redditi bassi, contrariamente a quanto preventivato inizialmente, grazie all’aumento della detrazione che passa dai 1.800 euro attuali a 3.100 euro.

Le detrazioni vengono riprofilate in modo da portare vantaggio anche ai redditi sopra i 50.000 euro che godono di minore risparmio con le nuove aliquote rispetto alle altre fasce.

La no tax area viene portata a 5.500 euro per gli autonomi, a 8.500 per i pensionati.

L’introduzione del salario minimo

La riforma dell’Irpef non è l’unica novità riguardo al costo del lavoro. I paesi europei stanno vagliando una direttiva per introdurre il salario minimo in tutti i paesi. Il provvedimento permetterà ai lavoratori di contare su uno stipendio adeguato al costo della vita e consentirà alle imprese di pianificare i costi di gestione con lungimiranza.

La proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo nasce con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell’Unione Europea, in modo che il lavoro torni ad essere remunerativo e gratificante per le persone. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario diminuire i costi a carico delle imprese e adeguare i salari al costo della vita.

Si parla quindi di formalizzare il salario minimo e di ridurre il cuneo fiscale per abbassare il costo del lavoro e permettere ad aziende e lavoratori di godere di vantaggi immediati. Questi provvedimenti dovrebbero dare una bella spinta all’economia e incentivare la ripresa.

La regolamentazione del salario minimo serve per istituire livelli conformi e per assicurare a tutti i lavoratori uno stipendio adeguato, secondo i minimi stabiliti dai CCNL o dal salario minimo legale.

L’obiettivo è favorire la ripresa economica con una crescita duratura, inclusiva e sostenibile, l’occupazione produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.

consulenti alla scrivania per calcolare cosa cambia con la nuova irpef 2022

Tutelare i lavoratori senza gravare sulle imprese

In Italia la maggior parte dei lavoratori, circa l’80%, è rappresentata dalla contrattazione collettiva. I salari sono quindi basati sui contratti collettivi nazionali, che stabiliscono i minimi salariali per ogni categoria di lavoratori, in relazione al livello professionale. Questi godono già di tutele migliori e salari maggiori rispetto alla media di chi non aderisce ad un contratto collettivo. Possiamo quindi dire che il CCNL costituisca un punto di forza nella tutela del lavoro.

L’introduzione del salario minimo a prima vista può sembrare corrispondere ad un aumento del costo del lavoro per gli imprenditori. Con un’analisi più approfondita riusciamo però a capire che non è così. L’aumento degli stipendi comporta una maggiore disponibilità economica nelle tasche dei lavoratori, produce un incremento dei consumi e, in definitiva, aiuta a sostenere la domanda interna. Sarà proprio l’aumentata capacità di spesa degli italiani a portare le imprese a crescere in produttività.

Inoltre, imprese e PMI potranno beneficiare dei salari minimi con aumenti più progressivi e prevedibili, che permetteranno di pianificare meglio la gestione dei costi e il sistema impresa.

I benefici generati dalla regolamentazione del salario minimo risultano quindi superiori dell’eventuale impatto negativo dato dall’iniziale aumento del costo del lavoro.

Conclusioni

La riduzione del cuneo fiscale e l’introduzione del salario minimo sono le misure più importanti per riformulare il costo del lavoro e favorire la crescita economica delle imprese che stanno ancora facendo i conti con le difficoltà legate alla pandemia.

La riduzione del cuneo fiscale è un grande passo in avanti nelle politiche di lavoro, perché permette di abbassare la pressione fiscale sulle imprese e aumentare gli stipendi dei dipendenti. La riforma Irpef 2022 rende il sistema di tassazione più equo, favorendo l’aumento dell’occupazione e la crescita economica.

L’introduzione del salario minimo ha lo scopo di tutelare i lavoratori e adeguare i salari al costo della vita. Si traduce in un vantaggio anche per le imprese, perché, grazie agli aumenti progressivi e prevedibili, potranno pianificare la gestione dei costi con maggiore lungimiranza.

Infine, l’aumento della capacità di spesa dei lavoratori produrrà un incremento dei consumi che andrà a sostenere la domanda interna. Con la conseguenza di dare una bella spinta all’economia e incentivare la crescita della produttività.


Scritto da Anpit Piemonte

Aggiornato il 22 Dicembre 2021


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