Quanto costa di contributi un dipendente

Quanto costa di contributi un dipendente? Analizziamo come si compone il costo del personale e vediamo quali sono le principali voci di spesa per il datore di lavoro, facendo degli esempi concreti di un dipendente con contratto full-time o part-time.

I dipendenti sono la risorsa più preziosa che un’azienda possa avere. Tuttavia, non si può ignorare che per un’azienda il costo del personale dipendente rappresenti generalmente una delle spese maggiori.

Per qualsiasi dirigente e responsabile HR è importante sapere con precisione quale sia l’effettivo costo del personale e da cosa sia determinato.

Proviamo quindi a capire come si calcola il costo del personale e quali sono le principali voci di spesa che il datore di lavoro deve considerare per ogni dipendente. In questo articolo analizzeremo quanto costa di contributi un dipendente e vedremo degli esempi specifici per capire quanto costa fare un contratto a tempo indeterminato e quanto costa un dipendente part time 20 ore.

Donna con calcolatrice per calcolare quanto costa di contributi un dipendente

Come si calcola il costo del personale

Il costo di un dipendente non corrisponde con lo stipendio netto mensile riportato nella busta paga, ma comprende anche altre spese che ricadono sul datore di lavoro. Tra queste, la percentuale più significativa riguarda i contributi previdenziali e assistenziali.

Lo stipendio di un dipendente è costituito da:

  • RAL (retribuzione annua lorda)
  • INPS
  • TFR (trattamento di fine rapporto)
  • Tredicesima mensilità
  • Quattordicesima mensilità
  • Rimborsi per eventuali trasferte di lavoro

A questo elenco bisogna aggiungere altre voci di spesa a carico del datore di lavoro, che sono collegate al costo del dipendente anche se non rientrano nel suo stipendio:

  • Costi per i corsi di formazione e aggiornamento
  • Costi per le attrezzature di lavoro
Due persone in ufficio, calcolo della RAL

Calcolare la RAL

La RAL è la retribuzione annua lorda, la somma di tutti gli stipendi lordi che percepisce il dipendente in un anno. L’ammontare della RAL non è fisso ma variabile e dipende dagli accordi presi con il singolo dipendente. Il salario minimo del lavoratore è previsto dal contratto collettivo e varia in base alla tipologia di contratto, alla mansione svolta, al livello di inquadramento, all’anzianità di servizio, alle ore lavorate.

ESEMPIO:
Calcoliamo la RAL di un dipendente con stipendio uno stipendio lordo mensile di 1.600 € e che gode della tredicesima mensilità:

1.600 € x 13 = 20.800 €


Si parla di retribuzione lorda perché la RAL comprende sia il salario netto erogato in busta paga, sia le tasse e i contributi previdenziali a carico del dipendente. Il datore di lavoro infatti è tenuto a trattenere e versare periodicamente i contributi Irpef e Inps per conto del dipendente, in quanto si fa sostituto d’imposta, cioè si sostituisce al lavoratore nel pagamento delle tasse.

La RAL comprende solamente i contributi a carico del dipendente (circa 1/3 dei contributi totali da versare), mentre non include quelli a carico del datore di lavoro (i restanti 2/3).

Scrivania con calcolatrice, penna, monete, occhiali

I contributi previdenziali e assicurativi

I contributi previdenziali e assicurativi sono pagati in parte dal dipendente (e sono visibili nella busta paga del dipendente come trattenute), in parte dal datore di lavoro. L’importo dei contributi pagati dal datore di lavoro non è visibile in busta paga e varia in base alla RAL, al settore merceologico dell’azienda, alle dimensioni, alla qualifica del dipendente.

Questi comprendono:

  • INPS: aliquota definita in base al tipo di attività
  • INAIL: premio per il rischio assicurativo contro gli infortuni sul lavoro e le malattie costituzionali. Il tasso varia a seconda del rischio tipico dell’attività.
  • Costi connessi ad altri enti: casse di assistenza sanitaria obbligatoria, enti bilaterali

I contributi previdenziali e assicurativi a carico del datore di lavoro ammontano a circa il 31% della RAL.

ESEMPIO.
Calcoliamo gli oneri previdenziali e assicurativi di un dipendente con stipendio netto mensile di 1.600 € e una RAL di 20.800 € (come abbiamo ipotizzato sopra):

20.800 x 31% = 6.448 €


Questo è l’importo che il datore di lavoro deve versare in un anno per i contributi.

Professionista calcola il costo del lavoro e TFR

Il TFR

Il TFR, o trattamento di fine rapporto, è una porzione di retribuzione che viene trattenuta e accantonata ogni anno dal datore di lavoro. Si rivaluta annualmente sulla base delle variazioni dell’indice Istat. La somma del TFR non viene erogata mensilmente ma deve essere versata al dipendente nel momento in cui termina il rapporto di lavoro, che sia per dimissioni, licenziamento o pensione.

L’importo del TFR si calcola dividendo la RAL per 13,5.

ESEMPIO.
Nel caso ipotizzato sopra di un dipendente con RAL di 20.800 €, calcoliamo il TFR:

20.800 € / 13,5 = 1.540,74 €


Questo è l’importo che il datore di lavoro deve accantonare ogni anno per il dipendente.

Altre spese

Tutte le spese indicate precedentemente, la RAL, i contributi INPS e INAIL e il TFR, costituiscono il costo del dipendente per l’azienda. A questo vanno aggiunte anche delle ulteriori spese che possono variare in base all’azienda e al tipo di contratto:

La somma di tutte queste componenti costituisce il costo del personale per l’azienda.

Donna alla scrivania con pc e documenti per calcolare quanto costa di contributi un dipendente

Quanto costa di contributi un dipendente?

Il costo di un dipendente per l’azienda è costituito dalla somma delle seguenti voci:

  • Stipendio netto in busta paga
  • Tasse sul reddito
  • Contributi a carico del lavoratore
  • Contributi a carico del datore di lavoro

Quindi alla retribuzione netta percepita dal lavoratore dobbiamo aggiungere le imposte e i contributi, per ottenere il totale versato dal datore di lavoro.

In che misura incidono questi costi?

Una recente analisi del Centro Studi Confindustria ha stimato il costo di un dipendente per il datore di lavoro, a partire dallo stipendio netto di base:

  • Per un importo di 780 € netti in busta paga, il costo per l’azienda è di 1.360 €
  • Per una retribuzione netta di 1.000 €, l’azienda paga 1.828 €
  • Su una paga netta di 2.000 €, l’azienda spende 4.449 €
  • Una retribuzione netta di 3.000 €, all’azienda costa 7.311 €

Vediamo che con l’aumentare dello stipendio, aumenta anche la percentuale di tributi versata dall’azienda. Dobbiamo precisare infatti che L’Irpef si calcola in modo progressivo; perciò, si alza e abbassa in base alla retribuzione maggiore o minore del dipendente.

Grafico sul calcolo dello stipendio netto, contributi e Irpef - Centro Studio Confindustria

Quindi, quanto costa di contributi un dipendente?

L’analisi di Confindustria ha calcolato che, fissando la retribuzione di un dipendente a quota 100, si aggiungono le seguenti spese per il datore di lavoro:

  • 32% di imposte
  • 14% di contributi a carico del lavoratore
  • 61% di contributi a carico del datore di lavoro

In totale quindi, allo stipendio netto che riceve il dipendente, bisogna aggiungere il 107% di tasse e contributi per ottenere la spesa complessiva per il datore di lavoro.

La differenza tra il costo sostenuto dall’azienda per un dipendente e lo stipendio percepito dal lavoratore è detta “cuneo fiscale” e in Italia rappresenta circa il 47% della spesa complessiva per il personale, mentre la media europea è del 35,9%.

Grafico sulla portata del cuneo fiscale e contributivo sul lavoro in Italia e in Europa - Centro Studio Confindustria

(I grafici evidenziano quanto costa di contributi un dipendente per l’azienda – Tutti i dati provengono da Centro Studi Confindustria, elaborazioni su dati OCSE, 2018)

Quanto costa fare un contratto a tempo indeterminato?

Il contratto a tempo indeterminato prevede l’applicazione di un CCNL, o contratto collettivo nazionale, che prevede un trattamento economico minimo per il dipendente, stabilito in base alla mansione e al livello del lavoratore.

Se il datore di lavoro ha aderito ad una specifica associazione datoriale, ad esempio Anpit, Confindustria, Confcommercio, dovrà applicare il CCNL sottoscritto attraverso la propria associazione. Se invece non fa parte di una organizzazione, il datore di lavoro seguirà le regole previste dal Codice Civile, che prevede comunque l’applicazione di un contratto collettivo riferito al settore economico dell’attività imprenditoriale che esercita.

Nel CCNL di riferimento si riportano le tabelle che indicano la retribuzione minima per un lavoratore, a seconda del livello, della mansione, dell’anzianità maturata.

Dopo aver stabilito quale sia la paga ordinaria netta di un dipendente, il datore di lavoro deve calcolare i costi delle tasse e delle aliquote.

Calcolo RAL, contributi e TFR di un dipendente con contratto a tempo indeterminato

Poniamo uno stipendio lordo mensile di 1.600 € per un contratto full time a tempo indeterminato.


La RAL è:

1.600 € x 13 = 20.800 €


I contributi a carico del datore di lavoro:

20.800 x 31% = 6.448 €


Il TFR è:

20.800 € / 13,5 = 1.540,74 €


Sommiamo tutti i dati ricavati per capire quanto costa un dipendente a tempo indeterminato full time:

20.800 + 6.448+ 1540,74 = 28.788,74 €

Professionista alla scrivania con documenti e calcolatrice per valutare quanto costa di contributi un dipendente

Quanto costa un dipendente part time 20 ore?

Il contratto part time prevede meno ore di lavoro rispetto alle classiche 40 ore settimanali previste da un contratto a tempo pieno. L’orario minimo equivale a 16 ore a settimana, ma le tipologie più diffuse di lavoro part-time consistono in 20 o 30 ore settimanali.

Questo tipo di contratto può essere a tempo determinato o indeterminato e si può applicare a qualsiasi CCNL: commercio, industria, metalmeccanica, turismo, ristorazione, lavoro domestico, ecc. Il lavoratore part-time ha gli stessi diritti e tutele del lavoratore full-time.

Per quanto riguarda la retribuzione, chiaramente lo stipendio viene commisurato alle ore di lavoro svolte. La retribuzione lorda minima è prevista nel CCNL di riferimento, quindi, la busta paga del dipendente non può essere inferiore a quanto indicato nelle tabelle del contratto nazionale.

ESEMPIO:

Se per il dipendente a tempo pieno la retribuzione minima mensile è fissata a 1.600 €, per il dipendente part time a 20 ore è di 800 €.


La paga oraria minima è la medesima nei due tipi di contratto e lo stipendio viene calcolato in base alle ore lavorate.

Dato che la retribuzione nel part time è per forza inferiore a quella del full time per la stessa mansione, anche il montante contributivo è più basso, perché viene calcolato in percentuale ed equivale al 31% della retribuzione percepita.

Calcolo RAL, contributi e TFR di un dipendente part time 20 ore

Poniamo uno stipendio lordo mensile di 1.600 € per un contratto full time. Per il part time da 20 ore lo stipendio lordo sarà:

1.600 € x 20 ore settimanali part-time / 40 ore settimanali classiche = 800 €


La RAL è:

800 € x 13 = 10.400 €


I contributi a carico del datore di lavoro:

10.400 x 31% = 3.244 €


Il TFR è:

10.400 / 13,5 = 770,37 €


Sommiamo tutti i dati ricavati per capire quanto costa un dipendente part time 20 ore:

10.400 + 3.244 + 770,37 = 14.414,34 €


Conclusioni

Assumere un lavoratore dipendente è sempre un investimento importante per l’azienda, perché oltre alla retribuzione netta ci sono molti altri costi da sostenere. Per i dirigenti e i responsabili delle risorse umane è importantissimo conoscere nel dettaglio quanto costa di contributi un dipendente: solo comprendendo quanto è necessario investire nel personale è possibile pianificare una corretta gestione del bilancio aziendale.


Scritto da Anpit Piemonte

Aggiornato il 12 Ottobre 2021


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